F. Amerio, Attualità e perennità di Vico. In Giornale di Metafisica I, 2, 1946 pp. 87-95

GiaiimLE~5l META? ISICA,1946,a .I ,n 2 lot, Problemi attuali e vari F.AMERIO ATTUALITÀ E PERENNITÀ DI VICO Poiché attualità significa rispondenza a bisogni, problemi, interessi, che oggi si agitano ed oggi costituiscono la preoccupazione, l’ansia, il tormento delle generazioni umane, non bisogna pensare che il significato della parola attualità, applicata a un pensatore, si esaurisca in una storicizzazione di esso o nella constatazione della sua adeguatezza a un momento cronologico del divenire umano. Non bisogna cioè ridurre l’attualità alla moda, scambiare l’una con l’altra. Vi può essere attualità senza moda, e, viceversa, moda senza attualità. La moda è un fatto, l’attualità è un diritto; o, se anche un fatto, sempre e prima di tutto un diritto. E ciò perchè investe qualche cosa e si fonda su qualche cosa che, pur ponendosi o emergendo in un momento della storia, supera i limiti spaziali e cronologici, che della storia sono le coordinate, ed appartiene a ciò che della storia costituisce la sostanza eterna e universale, ed è l’eterna natura umana. S’intende perciò come l’attualità e la modernità di un filosofo non sia in contrasto con la sua universalità e perennità, ed anzi, su tale universalità e perennità si fondi necessariamente; sicché, se l’essere di moda per un filosofo può suonare come una nota di condanna, perchè lo immerge del tutto nella volubilità fatale del tempo, l’essere di attualità è un riconoscimento di eccel­ lenza, perchè, pur nel tempo corrente, significa un valore che i! tempo trascende. Per questo i piccoli filosofi sono di moda, i grandi filosofi sono attuali. Se c’è un problema che le circostanze dell’oggi hanno prepotentemente imposto, e con brutalità, alla considerazione dell’umano pensiero, questo è il problema della storia. Il caos, la tragedia che travolgono le nazioni e il mondo intero, hanno dato un senso di terrore apocalittico all’individuo sbattuto come goccia nell’o­ ceano in tempesta. L’individuo non si è mai sentito tanto solo e impotente in faccia al destino, nella morsa della fatalità irrimediabile, e pure non ha mai sentito così veramente, nella tragica esperienza, la solidarietà universale, che non potendo essere di fraternità e di carità, è stata di odio, di lotta, di cata­ strofe. Che cos’è questo gigantesco cataclisma? l’umanità si dissolve? la con­ vivenza è impossibile? Che cos’è questo immane sussulto della civiltà? È civiltà ancora la nostra? Siamo più vicini alla civitas o alla selva? Donde la salvezza? Queste e altre domande che si affacciano e si sono affacciate le mille volte in questi anni di dolore alla coscienza del volgo e dell’uomo qualunque, si chiarificano nella coscienza dell’uomo che pensa e che riflette : è il problema 87

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