PAOLO CHERCHI, UN EPISODIO ''DELL’ AUTOBIOGRAFIA,, DEL VICO E UNA POLEMICA DEL TARDO CINQUECENTO. CONVIVIUM XXXVII N.4, 1969

I N E D I T A ET RARA UN EPISODIO DELL’« AUTOBIOGRAFIA » DEL VICO E UNA POLEMICA DEL TARDO CINQUECENTO Il suo primo e sistematico accostamento ai poeti classici ed il conseguente ripudio della poesia baroccheggiante è fatto risalire dal Vico ad una casuale lettura di alcune pagine di un libro in cui apparirebbero delle « apologie » o « critiche » (« non ben si ricorda ») di un epigramma di un canonico « Massa cognominato »: Ma, vivendo egli ancora pregiudicato nel poetare, felicemente gli avvenne che in una libreria de’ padri minori osservanti di quel castello si prese tra le mani un libro, nel cui fine era una critica, non ben si ricorda, o apologia di un epigramma di un valentuomo, canonico di ordine, Massa cognominato, dove si ragionava dei nu­ meri poetici maravigliosi, spezialmente osservati in Virgilio; e fu sorpreso da tanta ammirazione che s’invogliò di studiare sui poeti latini, da quel principe facendo capo. Quindi, cominciandogli a dispiacere la sua maniera di poetar moderna, si rivolse a coltivar la favella toscana sopra i di lei princìpi, Boccaccio nella prosa, Dante e Petrarca nel verso; e per vicende di giornate studiava Cicerone o Virgilio overo Ora- zio, appetto il primo di Boccaccio, il secondo di Dante, il terzo di Petrarca, su questa curiosità di vederne con integrità di giudizio le differenze (')• Di quella lettura tutto è dimenticato o vagamente ricordato: il titolo dell’opera, i termini della polemica e gli autori di questa. Rimane vivo, invece, un ricordo visivo e quel senso di gioioso stupore causato da una nuova « disco­ verta »: un’altra tappa o rivelazione per cui quella vita, solennemente proiettata su ima dimensione provvidenziale1 2, procede. Su questi scarni ed approsimativi cenni è certo difficile ricostruire i dati di quella « felice » occasione, e lo stesso Nicolini, cui si deve il commento più « dotto » dell’ Autobiografia, non riesce a precisarli ulteriormente, tanto che, postillando il passo, vien portato a minimizzare l’episodio: « Molto più che l’introvabile apologia o critica dell’epigramma del canonico Massa, causa deter­ minante della conversione del Vico al neopetrarchismo e al purismo tre-cin- quecentesco (o “ capuismo ” ) fu la tenace compagnia di Lionardo di Capua [. . .] e dei suoi battaglieri seguaci contro il barocchismo » \ Ma un « felice » rinvenimento, oltre a chiarire l ’allusione vichiana, permetterà di misurare meglio l’importanza di quella lettura fortuita. 1 Autobiografia, in O pere a cura di F. Ni- dell 'Autobiografia, Torino, 1965, p. IX e colini, Milano-Napoli, 1953, p. 13. passim. 2 Cfr. M. Fubini, Prefazione alla sua ed. 3 L o c cit., n. 4. 463

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