TULLIO DE MAURO, Giambattista Vico dalla retorica allo storicismo linguistico. Estratto «La Cultura» VI (1968), pp. 167-183

VICO DALLA RETORICA ALLO STO R IC ISM O LIN G U ISTICO 1 8 3 voce è attaccata: [...] onde ogni lingua è una gtan scuola di far destre e spedite le menti umane. Vico non insiste nello sviluppare partitamente le conseguenze educative, decisamente antiretoriche, del suo storicismo linguistico 29. Per questo, forse più che per ogni altro aspetto del suo pensiero, nella Scienza nuova « poco si dice e si lascia molto a pensare ». T u l l i o D e M a u ro 29 L ’evidente portata pedagogica del pensiero vicinano è stata scorta acu­ tamente da M .T. Gentile, Educazione linguistica e crisi di libertà , Roma 1966, pp. 57, 348, 365-66, e, in nesso con i problemi della ratio studiorum umanistica e della ciceroniana scientia civilis, da O . Apel (v. supra n. 9). [Questo lavoro era già in bozze quando sono apparsi due interessanti contributi: C. De Simone, Die Sprachphilosophie von Benedetto Croce, « Kra- tylos », 12, 1967, pp. 1-32, a p. 6 tratta dei rapporti Vico-Croce; V . Verrà, Linguaggio, storia e umanità in Vico e Herder, in A A .V V ., Omaggio a Croce, Napoli 1968, pp. 333-62, tratta delle consonanze tra talune posizioni vichiane e herderiane. Si noti infine che, anche nella recente storia delle dottrine lingui­ stiche di Robins (R.H . Robins, A Short History of Linguistics, Londra 1967) il nome di V ico è, purtroppo, assente, t.d.m .]

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