TULLIO DE MAURO, Giambattista Vico dalla retorica allo storicismo linguistico. Estratto «La Cultura» VI (1968), pp. 167-183

GIAMBATTISTA V ICO DALLA RETORICA ALLO STORICISMO LINGUISTICO 1 . Alla considerazione della lingua Vico è giunto relativamente tardi, e per vie indirette. Adempiendo ai doveri di professore d ’elo­ quenza nell’università napoletana, dal 1699 al 1708 egli pronunziò sette orazioni inaugurali che ai suoi occhi « almeno a un certo mo­ mento formarono un blocco solo, con un sol titolo, De studiorum fini- bus naturae hutnanae convenientibus »: il problema umanistico della ratio studiorum viene ripreso in polemica con le soluzioni di impronta razionalistica, sottolineanti la funzione della logica e della matematica nell’educazione, e viene sempre più decisamente risolto col richiamo alla ciceroniana e umanistica « scientia civilis » e con l ’accentuazione del primato dell’educazione letteraria e retorica. Mentre la ratio studiorum scientistica nel rifiutare la retorica « adolescentibus illa parit incommoda, ut porro nec satis vitam civilem prudenter agant, nec orationem moribus tingere et affectibus infiammare satis sciant », l ’educazione di stampo umanistico è conforme « humanae pruden- tiae, primum morali, quae hominem, tum civili, quae civem format ». Così Vico, ormai quarantenne, si pone il problema della parte che ha la lingua nel processo educativo, e lo tratta, nell’ultima e più nota delle sette orazioni, il De nostri temporis studiorum ratione, in una prospettiva di educazione retorica '. Nel sesto capitolo dello scritto citato, Vico riprende e riespone quelle idee sul diverso genio delle lingue che circolavano in Europa* il 1 Cfr. soprattutto il cap. V I I del De nostri temporis studiorum ratione, ed. G . Gentile, F. Nicolini, l a ed., Bari 1914. Sul significato delle sette ora­ zioni nell’opera di Vico cfr. da ultimo E. Garin, Storia della filosofia italiana, Torino 1967, II, pp. 928-34. I rapporti con le concezioni retorico-linguistiche dell’umanesimo sono analizzati da A p el (v. infra nota 9). Sulle orazioni inaugu­ rali nel quadro della concezione linguistica vichiana ebbe il merito di richia­ mare l’attenzione già A . Sorrentino, La retorica e la poetica di Vico, ossia la prima concezione estetica del linguaggio, Torino 1927, su cui si veda tuttavia il giudizio giustamente limitativo di À. Pagliaro, Lingua e poesia secondo G.B. Vico, in A ltri saggi di critica semantica, Messina-Firenze 1961, pp. 299 444, a p. 302.

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