TULLIO DE MAURO, Giambattista Vico dalla retorica allo storicismo linguistico. Estratto «La Cultura» VI (1968), pp. 167-183

VICO DALLA RETORICA ALLO STO R IC ISM O LIN G U ISTIC O 1 6 9 tibile: ricostruire l ’antica sapienza italica per reperirvi dentro gli elementi d’una verace gnoseologia e ontologia attraverso l’analisi eti­ mologica e semantica del vocabolario latino. Il mito dell’UV-, che agì così prepotentemente nel mondo tedesco e anglosassone da Leibniz fino alla metà dell’Ottocento, ha in Vico, dunque, un autorevole rap­ presentante. Ma, entro la veste mitica, tra le scorie di etimologie improponibili, riluce una convinzione che, dopo secoli, ha avuto per sé l ’avvenire. Il Corsano la ha felicemente individuata attribuendo a merito del De antiquissimo, di « avere intuito come la ricerca filoso­ fica sia inseparabile dalla ricerca linguistica » 5. S’intende dunque per­ ché quest’ultima sin dal 1710 si collochi al centro delle preoccu­ pazioni di Vico. Nelle opere successive, abbandonata l ’ipotesi dell’esistenza d ’un’antichissima sapienza razionale, Vico non abbandona però la strada dell’analisi linguistica. Sulla parte che questa ha nel suo pen­ siero egli stesso dà informazioni che dovrebbero far riflettere gli interpreti che relegano ai margini ogni cenno al linguaggio. Già nella Scienza nuova prima, § 261 6, egli scrive: Ma sopra quello che da principio s’è detto: — che intendere appena si può, affatto immaginar non si può, come l ’uomo di G razio, di Obbes, di Pufendorfio avesse pensato, nonché parlato — dopo venticinque anni ormai che corrono di una continova ed aspra meditazione, si è ritruovato finalmente ciò che tal principio è di questa scienza, quale abicl è ’l principio della gra­ n itic a , quali le forme geometriche sono il principio della geometria. Lo stesso passo, nella redazione della Scienza nuova seconda, § 34, guadagna anche in perspicuità: Principio di tal’origini e di lingue e di lettere si truova essere stato eh’ i primi popoli della gentilità, per una dimostrata necessità di natura, furon poeti, i quali parlaron per caratteri poetici; la qual discoverta, ch’è la chiave maestra di questa Scienza, ci ha costo la ricerca ostinata di quasi tutta la nostra vita letteraria, perocché tal natura poetica di tai primi uomini, in queste nostre ingentilite nature, egli è affatto impossibile immaginare e a gran pena ci è permesso intendere. Tali caratteri si truovano essere stati certi generi fantastici... ai quali riducevano tutte le spezie o tutti i particolari a ciascun genere appartenenti....... Infine nell ’Autobiografia Vico conferma ancora una volta que­ sta esatta valutazione della parte che nel suo pensiero aveva avuto 5 A . Corsano, G .B. Vico, Bari 1956, p. 90. 6 Sia la Scienza nuova prima, ed. F. Nicofini, Bari 1931, sia la Scienza nuova seconda, 4 ed., Bari 1953 (rist. anche in G .B. Vico, Opere, Milano-Napoli 1953, pp. 365-905), si citano secondo la numerazione in paragrafi data dal Nicolini.

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